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n° 13 di Franco Luciani

rugbycult 13 ok

 

Storia di mete

che hanno fatto la storia

 

2. L'azione indimenticabile

 

Padova (Italia), Stadio Plebiscito, 6 giugno 1992


Si gioca la finale scudetto tra Benetton Treviso e Rugby Rovigo. Partita secca, in campo neutro.
Davanti a 9.500 spettatori circa, i trevigiani costruiscono quella che Paolo Rosi, storico telecronista RAI del rugby, definì “un'azione indimenticabile”.

Umberto Casellato calcia nell'area dei 10 metri del Rovigo, Piolo recupera il pallone, tenta un contrattacco, salvo poi decidere di provare un calcetto a seguire, che finisce nei 10 della Benetton.

Il compianto Piero Dotto, funambolico estremo trevigiano, recupera il pallone, evita un avversario e poi, placcato, imposta una ruck. Walter Cristofoletto, improvvisatosi mediano di mischia, fa uscire velocemente la palla dal raggruppamento e la passa a Michael Lynagh.

L'apertura australiana, laureatasi campione del mondo l'anno precedente, passa, praticamente da fermo, al centro Sergio Zorzi che riesce a trovare un varco nella difesa. Superata la linea di metà campo, Zorzi incrocia con Leandro Manteri. L'ala livornese prende palla, fissa immediatamente un avversario e scarica all'interno per Oscar Collodo.

Collodo rientra leggermente e “inventa” un sottomano con il quale serve Raffaele “Lello” Dolfato. Il flanker trevigiano, scomparso anch'egli troppo prematuramente, incrocia con Giovanni “Ciccio” Grespan dentro i 10 rodigini.

Il pilone trevigiano tenta un passaggio “gancio” stile pallacanestro che non trova compagni disponibili, ma che fortunatamente non finisce “in avanti”. Lynagh, schieratosi in sostegno al largo, si tuffa sul pallone, lo recupera e lo fa rivivere, nuovamente nelle mani di Manteri.

Offload (allora, il termine non si usava ancora...) dell'ala per Stefano Rigo che serve ancora Grespan. Il pilone imposta una ruck, dalla quale Dolfato, in posizione di mediano di mischia, fa uscire un rapido pallone per Collodo, schieratosi all'apertura.

Collodo fissa il suo avversario diretto quasi all'altezza dei 22 avversari e serve nuovamente Dotto. L'estremo fissa anch'egli un giocatore rodigino e allarga il pallone per Enrico Ceselin.

Ceselin entra nei 22 del Rovigo, raddrizza la corsa e, mentre è placcato da un avversario, passa l'ovale all'accorrente Lynagh.

L'australiano abbassa il braccio sinistro per prendere il passaggio leggermente basso, raccoglie il pallone con la mano sinistra, se lo porta sotto il braccio destro e si tuffa oltre la linea.

Quattordici passaggi, due raggruppamenti, quasi 70 metri di campo in oltre 30 secondi di possesso (quasi) continuo. Sono numeri, fatte le dovute proporzioni paragonabili a l'essai du bout du monde. In qualche modo, nel Benetton del 1992, il french flair era presente, ispirato dall'allenatore transalpino Pierre Villepreux.

Grazie a quella meta, e ad altre tre, il Benetton vincerà la partita con il punteggio di 27-18 e si aggiudicherà il quinto scudetto della sua storia. Vedere per credere.

https://www.youtube.com/watch?v=NZN7BtbKZpA

Franco Luciani