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presa al volo / n°8

 

Le ragioni di un marchio

Valentino Colantuono

Seconda parte

 

Dicevamo, cosa c'entra con il rugby e la Tarvisium?
Alla Tarvisium in quegli anni ottanta serviva un simbolo attraverso il quale riconoscersi, i valori che venivano trasmessi a chi entrava a far parte della tribù, i principi e l'essenza del gioco che venivano insegnati a chi indossava quella maglia, lo spirito di mutualità e cooperazione che si riceveva inconsciamente e che diventava senso di appartenenza, erano fondamenta oramai solide e segno distintivo della Tarvisium.

Erano anni in cui per vedere il rugby si aspettava il torneo delle cinque nazioni o si aspettava la tournée di una nazione dell'altro mondo ovale. Tutte queste squadre avevano un simbolo distintivo sulle maglie che le rappresentava, la rosa, il trifoglio, il cardo, si contrapponevano i galletti, gli springbooks.

L'intuizione fu quella di scegliere un simbolo che ricordasse le nostre radici, il nostro territorio e che fosse affine al nostro modo di interpretare questo meraviglioso sport. Nasce così l'idea del grappolo d'uva, ma non un grappolo d'uva qualsiasi, il nostro doveva avere 15 acini, uniti tra loro a rappresentare il gruppo. La maglia rossa era la nostra identità, la nostra essenza, il grappolo d'uva su quella maglia, la nostra firma!

Nel momento in cui scrivo, respiro la sensazione di orgoglio che io e i miei compagni provavamo nell'indossarla e che abbiamo provato per tutti gli anni anni che abbiamo potuto farlo. Ricordo l'orgoglio provato nel vedere la mia maglia, la nostra maglia con il grappolo d'uva, nella copertina del libro Ruggers in mostra nella vetrina delle librerie della città. Ricordo la mia commozione nel vedere dalla tribuna dello stadio di Firenze, il 6 giugno 2010, quelle maglie rivincere un titolo nazionale, guardarmi intorno e vedere le stesse maglie rosse con il grappolo d'uva indossate dai tifosi, genitori, fidanzate, ex giocatori. Le stesse maglie, lo stesso simbolo, erano in campo e in tribuna nella sfortunata trasferta dello scorso anno all'Aquila.

Ma la storia non finisce qui, anche la Tarvisium ha il suo momento 2.0: il restiling del simbolo che diventa Marchio.

Il grappolo d'uva, il rosso, la forza del gruppo, il sito per continuare sulla strada tracciata da chi è venuto prima e ci ha regalato una storia fantastica da poter continuare a raccontare.

 

"Gilberto Breda testimone e protagonista di quell'esperienza ce la racconta così..." vai all'articolo

 

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Presentazione del sito, serata del 10 febbraio

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