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presa al volo / n°3

40anni

 

un signor scudetto di 40anni!

Natalino Cadamuro

ma quanti ricordi....!!!

Qualche settimana fa sono tornato a L'Aquila per andare al concerto dei Modena City Ramblers e risentire così vecchi pezzi di battaglia come “Bella ciao”, “Contessa” e …. tanti altri. È stata la prima volta dopo il terremoto e l'impressione è stata desolatamente forte. Muovendomi tra migliaia (meglio dire milioni) di “tubi Innocenti” mi sono imbattuto in un manifesto che pubblicizzava lo spareggio per la Serie A del 2 giugno tra loro e noi. Mi sono fatto fotografare a fianco del manifesto con indice e mignolo puntati contro. Sappiamo come è andata. Sarà per un altro anno, se ci crediamo. Il ricordo è tornato allo spareggio di Firenze del 1972 quando abbiamo mancato l'obiettivo dello scudetto proprio contro gli Aquilani.

Anche allora la delusione è stata grande, anzi “grrrrandissima” e addirittura inconsolabile per i giocatori nati nel 1953 che non avrebbero potuto ritentare l'anno dopo perché fuori età: da Claudio “Achi” Lauro a Franco Polloni, a Gigi Cagnin, per citarne alcuni. Il lunedì non ce l'ho proprio fatta ad andare in ufficio: un misto di delusione, rabbia, dolore e tanti altri sentimenti laceranti! E l'anno dopo abbiamo ritentato, a dispetto delle opinioni di parte dell'ambiente rugbystico cittadino che riteneva la batosta troppo grande da consentire di trovare la forza per riemergere subito. Ricordo che durante l'estate del 1972 alcuni dirigenti di un club di Treviso sono venuti a casa mia offrendomi di confluire nella loro Società, così da avere una struttura capace di tutelarci in Federazione. In effetti, a Firenze era stata dura in tema di botte e solo grazie all'intervento del bravo arbitro Egidio Delaude alcuni nostri giocatori hanno....... “guadagnato” gli spogliatoi. In pratica “bechi e bastonai”!!! È stata una annata, quella del 1973, corsa tutta alla grande, con tantissima rabbia in corpo. Dopo le fasi regionali che ci hanno visto in continuo crescendo e che ci hanno permesso di mettere a posto meccanismi di corretta ma asfissiante pressione sull'avversario, siamo approdati alle fasi finali. L'organizzazione delle varie fasi, sia eliminatorie che finali, all'epoca cambiava quasi ogni anno. Nel 1973 il Campionato prevedeva tre finaliste: nord, centro e sud Italia. Vale a dire noi, Prato e Intercontinentale Roma. L'Intercontinentale giocava in Serie A e la sua giovanile era composta da “Romani de Roma” e da giovani di Colleferro, dove spesso questa squadra giocava. Ed è proprio a Colleferro che abbiamo fatto un pericolosissimo passo falso dopo aver superato in casa il Prato. Una partita nata male, con Bruno Francescato colpito duro e rimasto stoicamente in campo, finita con soli due punti di scarto a loro favore. E tante botte ai nostri sostenitori, alcuni dei quali finiti al pronto soccorso di Colleferro perché catapultati dalle tribune. Gli stessi che poi sono tornati a Treviso con il furgone del Cin. Peccato che il furgone si sia rotto a Incisa Valdarno, così da costringerli a campeggiare nel campo di calcio per una settimana in attesa della riparazione. E meglio stendere un velo pietoso sulla successiva partita dell'Intercontinentale a Prato. Vista la vittoria dei romani contro di noi e visto l'andamento della partita a Prato, con i locali che stavano prevalendo, l'allenatore dell'Intercontinentale avvicina verso la fine dell'incontro la panchina del Prato e dice più o meno così: ”Prato, è l'occasione per non far vincere una squadra veneta. Se ci lasciate vincere, la Tarvisium va sotto in classifica e non può più raggiungerci. Lo scudetto così esce dal Veneto.” Conti senza l'oste perché io stavo tra il pubblico, al di là della rete ma proprio in quel punto. Mi sono messo ad urlare come un ossesso contro il tentativo di “combine”. E con me c'erano Ino e Bobi Robazza (se la memoria non mi tradisce). Il Prato ha vinto e così la partita giocata a Casale tra noi e l'Intercontinentale è diventata lo spareggio finale. Che dire, non c'è stata storia. Un rullo compressore, il nostro, che ha frantumato letteralmente l'avversario. Ci siamo imposti per 45 a 0. Ed è stato il nostro primo scudetto........40 anni fa, cioè ieri. Perché la nostra Società sta bene, è forte, ha voglia di progredire e vuole ritrovarsi tra altri 40 anni per ricordare ancora il primo degli scudetti, perché il primo amore non si scorda mai. p.s.: Quell'allenatore si è scusato per l'episodio ogni volta che l'ho poi incontrato.