presa al volo / n°2
La leggenda di "tonibati"
Bortolo caon Montanelli
Non si tratta di leggenda ma di storia vera.....avevo appena terminato "la splendida avventura", con la vittoria del titolo italiano under 19, e mi trovai in quella "selva oscura" del campionato serie "C" riserve!
Era il momento di partire militari e di conseguenza la presenza mia e dei miei amici compagni di squadra era a spot, come si usa dire di questi tempi, andavamo ad allenarci ogni volta che la madre patria lo concedeva e il rivederci ci lasciava il sorriso per una settimana, più di una "passeggiata in resterà" con la morosa.
Un venerdì sera d'ottobre, il nostro Virgilio, Gigi Cagnin, ci convoca per una trasferta nel veronese, credo Valpolicella, ma non ci metto i gabbasisi a garanzia, il mio brain ha subito tante e tali disavventure che non mi fido di giocarmi le argenterie a supporto della squadra avversaria!!!!!!
Ore 7.30 Saint joseph, Sari's bar, l'unico che conosco é Massimo Furlanetto, mio compagno di squadra, una persona tranquilla, un piloncino con un palmares di guerre di trincea, di tutto rispetto, il resto della squadra erano dei veci, Gigi Cagnin a Ciano Zugno, il Maset trevigiano, lui metteva la testa dove altri mettevano i piedi, il buon Scotto detto Ampere, appena arrivato in Tarvisium pensavo fosse parente della famosa unità di misura, il grande Dal Cin e Tonibati.....
Lo giuro, davo del Lei a tutti, mi sembrava di essere in un museo, non in spogliatoio, i loro discorsi rimembravano sempre partite epiche dove a volte contava di piú il numero di giocatori usciti dal campo con epistassi, che il risultato finale.
Giornata dalla mite temperatura, i colli intorno creavano un paesaggio piú da scampagnata che da incontro di rugby, la lentezza del gioco, il peso corporeo dell'arbitro e di numerosi giocatori in campo, portava il tutto ad un movimento di palla molto stitico ma un gran numero di fasi statiche, ove le mani venivano usate chiuse a mo' di pugno, e velocemente posate a ridosso di zigomi e mascelle avversarie.
Inoltre, mentre i Rolling Stones cantavano Start me up, in campo era molto usato lo "stamping con scivolata finale" noto ballo su schiena avversaria, tassativo tacchetto da 23!!!!
Il buon Cin con voce cavernosa, non poteva essere diverso, a seguito dei numerosi episodi di scambio idee opposte, ci disse di stare calmi e di limitare le guerre con l'avversario, e nel caso estremo pronunciare la parola magica "tonibati", non capii subito il significato ma al primo episodio mi resi conto del valore della stessa....
Touche, io naturalmente gioco seconda linea, anca se no saltavo na gazeta, dal fondo touche parte la commanda; "toni se i ghe rompe i cojoni al ceo....bati!!!!!
Da quel momento mi sentii aladino con la lampada in mano, bastava pronunciare per esaudire ogni vendetta, Toni era alto circa 1,90, stempiato, con tratti somatici molto simili alle origini umane, taciturno, dalle braccia a penzoloni, molto lunghe, simil orango, le spalle ricurve ma larghe, umanamente era buono e sensibile ma all'udire la parola magica, tonibati, non ce n'era piu per nessuno, aveva lo stesso effetto del gong sul ring per Rocky Marciano.
La leggenda narra che a causa di un duro lavoro in africa, il buon Toni, sia rimasto troppo tempo sotto al sole, portandosi a casa non pochi problemi fisici e umorali, non prendete alla lettera questa versione, potrebbe essere una fesseria del tempo che va ad aggiungersi a tutte quelle che io scrivo saltuariamente, tanto per farvi sorridere, spero, in un momento di vita sociale non proprio radioso per tutti.
Assistevo alla partita della prima squadra contro i ricci Villorbesi e vedendo "HURRICANE DURIGON", mi è venuta l'idea di instaurare il "Trofeo Tonibati".
Competizione da assegnarsi, tipo "ignorante dell'anno", a colui il quale colleziona il maggior numero di cartellini rossi durante il campionato, ed il premio consiste nell'assistenza mantenimento campi da gioco, affiancando il sig:Busato o il sig:De Pieri, a seconda dell'esigenza.
I candidati sostanzialmente sono tre, "hurricane" Durigon, "Matrix" Mattarucco e il capitano "Achille" Pavanello.....Ai posteri l'ardua sentenza.
Chiudo scusandomi par e ciacoe....ma xe pi forte de mi scrvar monae, faccio appello ai più anziani di portare notizie o anedotti della cultura Tarvisium, sono convinto che se non si conosce il passato, non si può comprendere il presente, Arrrrivedooooorciiiiiiii, bortolo