presa al volo / n°37
"risultati che non arrivano"
Da molte parti giungono in questi giorni analisi e controanalisi sulle ragioni della lunga crisi del rugby italiano: i risultati non arrivano per colpa dell'allenatore, della federazione, della qualità dei giocatori, della mancanza di strutture, e così via. Per tutti, o quasi, è una questione dunque di "risultati che non arrivano". Il giornalista Giorgio Terruzzi, in questo articolo intitolato (non a caso) IL SENSO DEL RUGBY e apparso sul sito web rivistaundici.com, ribalta la prospettiva: basta guardare ai risultati, l'Italia manca di cultura rugbistica.
Nel suo "giro del mondo ovale" Terruzzi trova analogie tra le scuole rugbistiche che funzionano; non analogie tecniche, ma sociali innanzi tutto: in Irlanda, Sudafrica, sui Pirenei e in Nuova Zelanda, nelle lande australiane o nella pampa argentina crescono "rugbisti naturali, prima che giocatori di rugby. Gente che riconosce il valore delle regole, che non le infrange mai. Persone che imparano a praticare tre verbi fondamentali, a scuola, sul lavoro, ovunque: appartenere, sostenere, condividere".
Allora il problema italiano è quello di una cultura in cui sono premiati il talento del singolo, la furbizia, lo scarto dalla norma, il guizzo eroico. E invece i rugbisti naturali sanno che non potranno mai conquistare metri senza chiedere aiuto ai compagni. Che non potranno mai nascondersi in campo, perché hanno delle responsabilità verso gli altri. E quegli altri, nel rugby, sono gli amici, sono la famiglia.
Grazie allora a Giorgio Terruzzi per aver detto che "L’oro ovale sta dove una quantità enorme di educatori, di allenatori autenticamente appassionati lavora ogni giorno. Sta nelle scuole, nelle periferie, nelle carceri, nei club".
Nel nostro piccolo, noi della Tarvisium abbiamo sempre cercato di cogliere questo senso del rugby, perché al di là dei risultati il rugby è un'occasione di vita da afferrare.
buona lettura:
http://www.rivistaundici.com/2015/10/26/il-senso-del-rugby/
Cyrano Project