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il tifoso neofita - capitolo secondo . 15.11.15

il tifoso neofita2

 

il tifoso neofita - capitolo secondo
Tarvisium vs Casale

 

andare a vedere le partite della Tarvisium

è sempre più bello

 

Innanzi tutto perché si vince. E poi perché Monigo è sempre più pieno. C'è una gran voglia di partecipare all'inarrestabile marcia dei Ruggers: sembra che i ragazzi di Green stiano davvero facendo re-innamorare Treviso del rugby. La storia di questa stagione sta appassionando tutti, e inizia a diventare quasi una favola, di quelle che piacerebbero al nostro amico Paolo Marta: non si vedono lupi cattivi all'orizzonte, ma ci sono magliette rosse e schegge nere che corrono e cozzano a destra e a manca, fuoriclasse in campo e leggende in panchina, paladini luminosi che sconvolgono i cuori di aspiranti castellane sugli spalti (Don Stodard de la Vega è gettonatissimo), terzi tempi stracolmi di amici in festa, vecchi e nuovi. E si è rivisto pure il grande Pin.

Tra i 1500 di Monigo, di tifosi neofiti contro il Casale se ne sono visti tanti: cantanti e musicisti, giornaliste e pasticceri. Ma i veri protagonisti di questa settimana hanno fatto il loro ingresso allo Stadio intorno al quarto d'ora del primo tempo, con puntuale ritardo africano: 13 mori che vengono da lontano, dalla Nigeria, dalla Costa d'Avorio, dal Gambia, dall'Afghanistan, dalla Guinea Bissau. A guidarli, l'operatore del centro d'accoglienza di via Verdi e un bizzarro giovanotto riccioluto e molto entusiasta che il mio compare ha presto ribattezzato Telespalla Sel, a causa della sua somiglianza con un personaggio minore dei Simpson. Sono tutti ragazzi tra i 20 e i 25 anni, prima migranti e ora ospiti della casa di accoglienza a Treviso, in attesa che venga loro riconosciuto lo status di rifugiati. Qualche giorno fa avevano chiesto di potersi sgranchire un po', di cimentarsi con uno sport in questo novembre nebbioso del remoto Veneto: cosi, insieme, all'operatore hanno chiesto una mano alla Tarvisium. Proprio perché i Ruggers sono notoriamente una SOCIETÀ SPORTIVA, dove Società significa comunità strutturata e aperta, e Sportiva è un attributo legato al nostro codice di valori, condiviso e maturato anzitutto sul campo. Il presidente, allora, ha invitato i ragazzi di via Verdi ad assaggiare una fetta di rugby genuino.

Esattamente come gli amici musicisti e pasticceri, anche nigeriani, ugandesi, fula e mandinghi non avevano mai visto prima una partita. E Telespalla Sel racconta che, per prepararsi, hanno fatto incetta di video di Youtube per tutta la settimana, scoprendo con i propri occhi che esiste questo strano sport fatto di mischie ordinate e di maul confuse, di gesti cavallereschi e di pedate sul naso. E a qualcuno di loro è piaciuto parecchio. Domenica erano felicissimi, luminosi, fieri, contenti di essere finalmente coinvolti in una grande festa di questa umida parte di mondo. Hanno tifato Casale per tutto il primo tempo, perché Telespalla Sel ne capisce meno di loro e aveva invertito le squadre, dal momento che la Tarvisium ha giocato con la casacca grigia, in questa occasione. Poco male. Per il calcione da metà campo di Carlo Dugo in mezzo ai pali si sono alzati a festeggiare tutti e tredici, si sono dati il cinque alto, felici come tifosi che assistono all'impresa del proprio campione preferito. Per tutta la partita hanno urlato TAR-VI-SIUM! TAR-VI-SIUM!, a fine gara hanno assistito divertiti al coro “Maglietta Rossa trionferà” intonato dai ragazzi di Toni Green. Qualcuno, non tutti a dir la verità, ha espresso il desiderio in iniziare ad allenarsi il prima possibile.
Ma è proprio una gran bella favola, quella di questa Tarvisium.


Il tutor di Telespalla Sel, che ne ha bisogno